Versante Sud - LA VIA DEL TARCI

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LA VIA DEL TARCI

Tarcisio Fazzini, genio del granito

Giuseppe “Popi” Miotti

Adattandosi al mutare dei tempi l’alpinismo si è sempre più avvalso dei moderni mezzi di comunicazione per dare risalto a imprese grandi e piccole. In alcuni casi l’enfasi e la spettacolarizzazione con cui sono state presentate hanno superato di gran lunga il loro valore storico e sportivo, tanto che a volte è nettamente percepibile una sorta di dicotomia. Da un lato ci sono le ascensioni di grande valore tecnico ed esplorativo magari compiute su montagne sconosciute e dall’altro quelle che acquisiscono importanza anche per la bravura comunicativa dei protagonisti e per la facile presa che certe caratteristiche hanno sul grande pubblico.

Da questo punto di vista, salire un 8000 anche solo per la via normale è senza dubbio più efficace che riuscire in una straordinaria e difficile ascensione su un 6000. Moltissimi sono gli scalatori che ogni anno compiono più o meno in sordina imprese di grande valore e il più delle volte le loro gesta restano purtroppo confinate nell’ambito degli addetti ai lavori, favorendo nel grande pubblico una falsa percezione dell’Alpinismo.

Fra questi scalatori silenti la figura di Tarcisio Fazzini emerge in tutta la sua semplice e quindi straordinaria efficacia. In una decina d’anni Tarcisio e compagni hanno mostrato che fantasia e azione possono portare a risultati incredibili anche su pareti poste a pochi chilometri da casa, senza partire per mete lontane. Purtroppo la Via del Tarci si è conclusa troppo presto, ma il suo segno deve rimanere e questo libro, oltre che un affettuoso omaggio da parte dei suoi familiari, vuole essere il testimone di uno stile alpinistico forse inarrivabile, ma sicuramente da perseguire in ogni caso.

GIUSEPPE MIOTTI (aka POPI), nato a Sondrio nel 1954, ha conosciuto la montagna giovanissimo. Dopo un periodo come cercatore di minerali si è dato all’alpinismo. Negli anni 70 del Novecento è stato fra gli esponenti storici del Nuovo Mattino, membro dei Sassisti di Sondrio. Ha sempre cercato la completezza su ogni terreno, spaziando dal boulder alle salite invernali e prediligendo gli aspetti esplorativi dell’alpinismo con l’apertura di molte vie nuove. È stato Guida alpina e ha dato al suo professionismo una visione più ampia, contemplando ogni genere di attività purché legata esclusivamente alla montagna, nel maggiore rispetto possibile del suo ambiente e della sua storia. Con Tarcisio Fazzini ha scalato in prima assoluta e prima invernale la NE del Pizzo Cengalo, ultima parete parete inviolata della Val Bondasca. Da tempo ha ridotto la sua attività di scalatore dedicandosi allo studio e alla pratica del Taiji, ma continua a frequentare assiduamente le cime e a lavorare fedele alla sua linea professionale.

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