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ROCK ’N’ ROLL ON THE WALL

Autobiografia di una leggenda

Silvo Karo

Il suo percorso alpinistico lo ha portato dal romanticismo analogico degli anni Settanta ai veloci anni digitali del nuovo millennio, dalla campagna rurale alla brutalità delle tempeste patagoniche, dalle vastità himalayane agli infuocati camini granitici del Karakorum, dagli orizzonti della Groenlandia ai monsoni indiani, dai monoliti verticali dello Yosemite alle splendide Alpi Giulie.

Come rappresentante della generazione Rock’n’Roll, Karo ha portato con sé nelle pareti la sua energia e il suo ritmo. Dedizione, audacia, passione e un’amicizia sincera hanno dato vita alla cordata dei Tre Moschettieri: Francek Knez, Janez Jeglic e Silvo Karo. La sua carriera alpinistica è stata segnata dalle imponenti pareti del Fitz Roy, del Cerro Torre, della Torre Egger, del Bhagirathi, spaziando dagli Ottomila himalayani fino al grado 8a in arrampicata sportiva. Ha seguito fedelmente i trend moderni dell’alpinismo di alto livello, approdando alla tecnica light and fast.

Il suo articolo Patagonia: Terra Mystica è stato pubblicato nel volume Voices from the Summit (2000). Cerro Torre South Face ha ricevuto nel 1989 la genziana d’argento come miglior film alpinistico al Festival del cinema di Trento. Ha coronato la sua passione per il cinema fondando nel 2007 il Festival del cinema di montagna sloveno. Nel 2010 diventa membro onorario dell’Alpine Club inglese, in patria viene invece insignito nello stesso anno dell’onorificenza dell’Ordine al merito della Repubblica della Slovenia.

Il nome di Silvo Karo suscita nella maggioranza degli alpinisti di tutto il mondo una sorta di timore reverenziale. Come può una persona normale fare cose simili? Dopo più di trent’anni le sue vie più pericolose e impegnative rimangono tutt’oggi irripetute. Questa non è un’autobiografia di un uomo comune: è la storia di un lottatore che ha portato dall’altra parte qualcosa di prezioso.
 Paul Pritchard, alpinista e scrittore

I protagonisti dell’era d’oro dell’alpinismo sloveno affrontavano le ascensioni con tale fervore che pare fossero dotati di capacità quasi sovrannaturali. Leggendo il libro scopriamo la gente, i sorrisi, i dettagli divertenti e l’intensità del periodo più fecondo dell’alpinismo attraverso la storia di vita di uno dei migliori in assoluto.
 Kelly Cordes, alpinista e scrittore

La tanto attesa autobiografia di Silvo Karo è un’aggiunta più che benvenuta alla ricca tradizione della letteratura alpinistica slovena. L’entusiasmante assenza di compromesso nel mondo verticale è magnificamente controbilanciata dalla personalità fresca e umile dell’autore e dal suo stile leggero.
 Bernadette McDonald, scrittrice

Silvo è sempre stato al passo con le tendenze del momento, elargendo al contempo con generosità alle giovani generazioni la sua ispirazione e la sua esperienza. Grazie al suo libro ora una cerchia più vasta di alpinisti promettenti farà sua una parte della vecchia saggezza (o forse follia?) alpinistica, incanalandola nelle nuove ascensioni.
 Andrej Grmovšek, alpinista

Silvo Karo è ben lontano dai mediocri che raccontano la loro salita sull’Everest. È anzi uno dei veri eroi dell’alpinismo moderno: qui si tratta di storie di pareti tra le più difficili al mondo.
 Colin Haley, alpinista

Nel libro è raccolto il maggior numero di storie leggendarie del periodo probabilmente più ricco dell’alpinismo sloveno. Entrambi sono ancora oggi per me un’enorme fonte di ispirazione.
 Luka Lindic, alpinista

Attraverso l’immagine delle pareti puoi contemplare nove vite.
 Francek Knez, leggenda dell’alpinismo

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